"Il tempo dell'indietrezza: considerazioni sulla memoria"
Sintesi della lezione tenuta per l'Unitre di Sondrio venerdì 28 gennaio 2005 dal dott. Edgardo Sandrini, psichiatra, direttore del dipartimento di salute mentale dell'Azienda Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna.
Quando parliamo di "memoria" le nostre riflessioni convergono più che sugli aspetti positivi ,il ricordare, su quelli a cui attribuiamo un significato negativo cioè il dimenticare, vivendolo come un difetto. In realtà, nei dovuti modi e contesti ,è importante sia il ricordare che il dimenticare. A suffragare questa affermazione ci viene in aiuto la mitologia greca ricordandoci che Mnemosine, la Memoria appunto, figlia della Terra e del Cielo, unitasi a Giove generò le Muse che ci donano " l'oblio dei mali e il sollievo degli affanni". Seguendo questo filone, la Memoria rappresenta un antidoto all'oblio inteso come dimenticanza ,come esito del trascorrere del tempo per cui la dimensione della memoria è quella del passato ed anzi spostando il passato nel presente abolisce la barriera che separa gli uomini ed i fatti di oggi da quelli di ieri e permette così di "vincere il tempo"
La Memoria è dunque la capacità di apprendere , di conservare e di rendere poi attuali gli stati psicologici trascorsi, riconoscendoli come tali ed collocandoli nell'ordine della successione cronologica.
Posiamo avere vari tipi di memoria: immediata, di fissazione, di rievocazione, motoria, spontanea e quella volontaria.
La memoria può andare incontro a turbe quantitative tipo amnesie di fissazione , frequenti a seguito di traumi cranici, tumori cerebrali o intossicazioni da determinate sostanze come l'alcool o tipo amnesie di evocazione, che ,a seconda della estensione , possono essere massive, lacunari, elettive, retrogradi, A volte assistiamo anche ad un eccesso di capacità di memoria, denominata ipermnesia, che non sempre è positiva ,potendo costituire per il nostro pensiero una specie di zavorra. Altre turbe possono riguardare la qualità della memoria, configurandosi così le illusioni dei ricordi e le allucinazioni dei ricordi.
In sede clinica si procede ad esaminare la funzione della memoria ponendo domande che sondano l'appropriatezza dei ricordi recenti o di quelli più lontani nonchè la correttezza della cronologia del ricordo.
Relativamente alle basi neurofisiologiche e biochimiche della memoria in seguito alle recentissime innovazioni tecnologiche fornite dalle tomografia ad emissione di positroni con le quali possiamo esaminare e documentare in tempo reale il "formarsi del pensiero" si è visto che le cellule nervose producono determinate sostanze e si attivano aree cerebrali particolari deputate alla formazione di treni di molecole che sono come le pagine di un libro in cui conservare i ricordi. Se intervengono fattori che disturbano la produzione di queste sostanze, non si forma la molecola del ricordo.
Ecco dunque la terapia per combattere i deficit della memoria terapia che comprende sia specifici farmaci attivi nella formazione di queste molecole sia l 'uso dello stimolo a ricordare, procedimento indispensabile per sviluppare le cellule deputate a immagazzinare i ricordi.
Un punto di contatto importante si ha con l'osservare che nella depressione diminuiscono ,tra le altre sostanze cerebrali, anche quelle deputate al ricordo per cui una vita il più possibile serena aiuta sia l'umore che la memoria.
Dr. Sandrini Edgardo
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